Trieste - Il monumento a Domenico Rossetti (1901) e il
Giardino Pubblico Muzio de Tommasini in Via Giulia

Il monumento a Domenico Rossetti costruito da poco, a sinistra solo delle basse case con la "Scuola Velocipedistica", così scrive sull'insegna. Domenico Rossetti de Scander morì il 29 settembre 1842 , senza lasciare eredi in linea diretta e le sue proprietà vennero per la maggior parte donate alla città. Il consigliere municipale Giovanni Benco propose di dedicare un'opera scultorea alla sua memoria nel 1874, anno del centenario della nascita ( 14 marzo 1774), ma solo Il 25 luglio 1901 venne eretto all’ingresso principale del Giardino Pubblico “Muzio de Tommasini” un monumento in suo onore ad opera dello scultore genovese Augusto Rivalta.
Il monumento venne scoperto da Francesco Hermet alla presenza dei parenti e delle maggiori autorità della città, la folla venuta ad assistere, occupava il largo del giardino e la via Stadion (via Battisti). Rossetti è raffigurato con un ampio mantello sul basamento ci sono tre figure allegoriche, opere del bolognese Antonio Garella, che raffigurano l'Archeolgia, la Poesia e la Giurisprudenza, le tre discipline preferite dal Rossetti, e uno scudo con l'alabarda circondato da rami di palma e di quercia, sul davanti una semplice epigrafe: A DOMENICO ROSSETTI I CONCITTADINI MCM - (Fonte: Margherita Tauceri)
Aggiungo una curiosità, in un articolo pubblicato sull''"Osservatore Triestino" del 4 ottobre 1916 si apprende che il Commissario Imperiale fece apporre sul basamento della statua una targa con dei versi tratti dall'opera di D.Rossetti "Sogno di Corvo Bonomo", di questa iscrizione non si sa nulla, durante il restauro del 1998 l'architetto Pavan ha notato dei segni delle borchie che fissavano una targa e presume che venne rimossa e dispersa dopo il 1918. - (Fonte: Margherita Tauceri)

Il Giardino Pubblico Muzio de Tommasini

Nella prima metà dell’Ottocento lungo la strada allora chiamata “Carrozzabile per il Boschetto” scorreva ancora il torrente Starebrech (o Scoglio) , chiamato “patòc” dal popolo, che veniva usato dalle lavandaie per risciacquare le lenzuola nonostante il sudiciume maleodorante delle sue acque. Interrato dopo il 1845, iniziò l’allargamento della strada a valle intitolata 2 anni dopo Corsia Stadion (dal cognome del Luogotenente) mentre quella a monte dopo il 1879 prese il nome di Corsia Giulia. Nel 1854 tra la fine della Corsia Stadion (oggi via Battisti) e la futura via Giulia venne inaugurato un giovane “Giardino Popolare” che terminava presso la casetta in stile svizzero dell’Ispettore municipale ma nove anni dopo il Comune acquistò il fondo delle Monache Benedettine di San Cipriano estendendo il parco fino al padiglione affiancato da 2 gallerie con annessa Caffetteria, costruito fin dal 1857. Il giardino venne sempre più arricchito con alberi, siepi e piante e tramite pubbliche elargizioni iniziarono le annuali Esposizioni di fiori curate da Nicolò Bottacin, Presidente della Società di Ortocultura. Durante la bella stagione grazie al lavoro di un certo signor Benzini, la Caffetteria divenne un posto alla moda sulla cui terrazza si gustavano i caffè con la panna montata e gli “storti” o fresche granite di frutta.

Nelle sere d’estate si svolgevano delle feste notturne con musiche e balli o applauditissime rappresentazioni di filodrammatici mentre al chiosco della musica le orchestrine suonavano marcette, walzer o brani d’opera. Le passeggiate tra i viali erano deliziate dai canti di cinciallegre, pettirossi e canarini che svolazzavano in una grande uccelliera e da impettiti pavoni che passeggiavano intorno al bel laghetto dove nuotavano cigni bianchi e neri. Durante l’autunno e l’inverno il giardino accoglieva delle mostre-mercato di frutta dove erano offerte le uve nere dell’Istria e quelle bianche del Collio, le deliziose mele del Goriziano e le bionde pannocchie delle pianure friulane. All’entrata principale del Giardino Pubblico intitolato con il nome del podestà Muzio Tommasini nel 1883 venne posto il “Monumento a Trieste” raffigurante la dea Minerva sopra una fontanella con scolpiti due angeli a cavallo di un delfino.
Qualche anno prima dello scoppio della Grande Guerra nel bel giardino cessarono tutte le musiche, le feste e i balli, il signor Benzini si ritirò, il caffè fu sostituito da una latteria, e i vialetti erano frequentati solo da soldati o da mamme con i bambini. Durante i tempi di guerra nel padiglione centrale fu installata una cucina di guerra e in seguito una mensa popolare. Il “Monumento a Trieste” con la dea Minerva venne abbattuto e nel 1921 sostituito con quello della “Finis Austriae” di Riccardi Ripamonti rappresentante un’allegorica figura femminile sulle cui spalle portava un’aquila bicefala.
Oggi nel Giardino Pubblico, esteso in 30.000 mq., si trovano 368 esemplari arborei di grandi dimensioni: platani, olmi, ippocastani, querce con alcune specie esotiche come cedri, araucaria, gynkgo e koelreuteria. Lungo i vialetti, tra i molti arbusti come bossi, allori, ligustri, viburni, allori, pittosfori, aucube, tassi e agrifogli sono stati collocati 31 busti scultorei di illustri cittadini di Trieste. Il padiglione con le strutture laterali, oggi sede dell’A.R.A.C. , il bar e il grande terrazzo e l’area per la proiezioni di film esistono ancora come le zone attrezzate per i giochi dei bambini. (Fonte: https://quitrieste.it/)

A sinistra:
Il “Monumento Finis Austriae” di Riccardi Ripamonti rappresentante un’allegorica figura femminile sulle cui spalle portava un’aquila bicefala che ha sostituito il “Monumento a Trieste” con la dea Minerva abbattuto e nel 1921.

Il Giardino Pubblico, intitolato alla memoria dell'insigne studioso triestino Muzio de Tommasini e sorto per suo volere, risale al 1857, nonostante che la particella catastale fosse stata acquisita dal Comune ben dieci anni prima.
Muzio de Tommasini (1794-1879), preside del Magistrato dal 1839 al 1850 e podestà dal 1850 al 1861, appassionato di storia naturale e di botanica appoggiò la costruzione di importanti opere pubbliche tra le quali il nuovo macello di S. Sabba e l'Orto botanico di S. Luigi. Fondò inoltre molteplici istituzioni, dirette personalmente fino alla morte, come ad esempio: la Società Agraria e la Società Adriatica di Scienze Naturali.

Nel 1852, necessitando la città di Trieste, di un parco cittadino dove poter trascorrere in quiete e tranquillità le calde ed assolate giornate estive, diffuse un avviso comunale per scegliere uno spazio idoneo ad ospitare il verde pubblico. La scelta cadde sul fondo attuale detto "delle monache" perché appartenente alle monache benedettine dalle quali il Comune lo aveva comprato nel 1847 con la promessa di erigervi una chiesa.
Due anni più tardi, l'area compresa tra la Corsia del Molin Grande (l'attuale Via Marconi) il torrente comunemente noto come "Patok" o dello Scoglio, ricoperto nel 1863 per motivi igienici, fu destinata ad accogliere i primi alberi. Inaugurato il 1 maggio 1855 con il nome di Giardino Popolare, fu intitolato al botanico solo dopo la sua morte. L'intera zona, dell'ampiezza complessiva di più di 28.000 mq era accessibile da quattro diversi ingressi, il portale principale ed il recinto, opera dell'arch. Giovanni Berlam, furono parzialmente fusi e donati alla patria durante la seconda guerra mondiale, venendo poi sostituiti da elementi più recenti. Il primo progetto di un padiglione da destinarsi ad uso di caffetteria risale al 1857 su autorizzazione della Civica Ispezione Edile. Nel 1896 allorquando si stabilì di dotare il giardino di un efficiente impianto di illuminazione fu fatta la proposta di ampliare anche il fabbricato. Nel 1923 il padiglione fu sottoposto ad alcuni lavori di restauro, quattro anni più tardi fu nuovamente esteso. Durante gli anni Trenta fu adibito a sala espositiva per le di Belle Arti. (da: biblioteche.comune.trieste.it)

Il progetto della casetta di Via Giulia 2, attuale sede dei Vigili Urbani, risale al 1890, si presentò subito, nelle fattezze, come un delizioso chalet svizzero. Due livelli con cinque stanze per piano, vennero destinati ad ospitare l'ispettore delle pubbliche piantagioni. Fu ampliata e ristrutturata nel 1930.
L'edificio sorge all'interno del Giardino Pubblico 'Muzio de Tommasini' e si affaccia sulla via Giulia che si sviluppa parallelamente all'area verde. Il manufatto, infatti, sorge isolato ed è inserito nella vegetazione, ma risulta visibile dalla strada.
Presenta una pianta regolare pressoché quadrata e si eleva per due piani fuori terra con sottotetto, a partire da una quota inferiore rispetto all'asse viario adiacente.
L'accesso avviene tramite due rampe di gradini collocate simmetricamente ai lati della costruzione, in corrispondenza del muretto di cinta.
Gli ingressi sono posti lateralmente e conducono agli uffici della Polizia Municipale, da una parte, e ai servizi igienici pubblici dall'altra. (da: biblioteche.comune.trieste.it)



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